La tradizione narra che ai tempi dell’Impero Romano avvenne una tremenda battaglia proprio là dove in, seguito, fu edificato il borgo. E fu tanto il furore dei combattenti dei due eserciti e così a lungo durò lo scontro che il sangue corse a rivi. Perciò dal campo della lotta derivò il nome di “sanguenè”, insanguinato.
Sanguinetto è un paese di circa 5.000 anime sprofondato nella pianura veronese detta “BASSA”.
Come tutti i paesi della pianura Padana si caratterizza da un clima con estati calde ed inverni miti.
Caratteristica distintiva di Sanguinetto è il castello medievale che troneggia al centro del paese.
Il castello
Massiccio, ben piantato sulle quadrate mura, munito ancora di larga fossa, tutt’intorno, e di ben sette torrioni.
Il primo documento che cita il castello di Sanguinetto è datato 1377 ed è un “pubblico strumento” in cui Antonio e Bartolomeo della Scala, signori di Verona, fanno donazione al nobile Jacopo dal Verme, per compensarlo della sua strenua e fedele opera, del castello e delle terre di Sanguenè.
Nel XV secolo il castello passò alla Repubblica Veneta, ed alla nobile famiglia veneziana dei Venier che aveva giurisdizione sul paese di Sanguinetto, di seguito divenne prigione.
Oggi è per la maggior parte di proprietà del comune, è dunque sede del municipio ed in esso vi sono le scuole medie ed il teatro comunale, una parte infine appartiene a privati.
Nel 1751, per testimoniare in un processo, sostò a Sanguinetto Carlo Goldoni e, sembra, abbia tratto spunto da alcune vicende, successe all’ombra del maniero, per scrivere l’opera “Il Feudatario”.
A metà del 1800 soggiornò Garibaldi.
Un altro illustre ospite di Sanguinetto fu Francesco Giuseppe d’Asburgo e a questo proposito si narra, sul suo soggiorno a Sanguinetto, una leggenda.
Dunque, lui, non ancora imperatore d’Austria e Ungheria, durante una visita a Sanguinetto, per controllare i confini dell’impero, ebbe una relazione amorosa con una cameriera, tale Rosina.
Alla fine di della storia il principe donò alla Rosina un fazzoletto con lo stemma imperiale.
Quando Francesco Giuseppe venne a Verona, come Imperatore, la Rosina si presentò dove lui soggiornava presentando il fazzoletto e, dunque, l’imperatore, ricordando il felice soggiorno a Sanguinetto, fece dono alla Rosina di un vitalizio.
Le chiese
Testimonianza del passato storico e religioso del paese di Sanguinetto è la chiesa e il convento di Santa Maria delle Grazie che furono costruite attorno ai primi anni del 1600 dall’Ordine Minore dei Francescani, più precisamente chiamati “Zoccolanti”.
La soppressione del convento avvenne nel 1769, in seguito alla legge del senato veneto del 1767, tendente a ridurre il potere degli ordini ecclesiastici.
Il fervore religioso della popolazione si è manifestato nei secoli con la costruzione di altre chiese.
La chiesa parrocchiale del 1460 con le sue tre porte, le sue sette finestre, sette cappelle e sette altari.
L’oratorio delle tre vie detta anche Chiesetta della Rotonda che fu eretta nel 1747 su progetto del Pompei.
Ci sono molti palazzi storici nel paese di Sanguinetto e merita sicuramente di essere ricordato palazzo Betti.
Situato a fianco del convento di Santa Maria delle Grazie, fu costruito dalla famiglia Betti nella seconda meta del 700.
Ed in esso, Giuseppe Betti, capostipite della famiglia, patriota ed artista risorgimentale, dipinse degli affreschi.
Tali affreschi sono stati definiti dal Prof. Remo Scola, esperto studioso di monumenti della Bassa Veronese, i più pregevoli affreschi della Bassa.
Mobili e tabacco
L’economia del paese si basa principalmente su due comparti economici: la produzione artigianale e industriale del mobile d’arte e la produzione e lavorazione della foglia di tabacco da sigaretta.
Negli anni 60/70 dei piccoli artigiani hanno iniziato a produrre industrialmente copie di mobili antichi, principalmente del 600, 700 Veneziano.
Da ciò è nata una fiorente industria che, oltre a cambiare la definizione economica del territorio, da disagiato a ricco e prospero, ha creato uno dei più importanti distretti della produzione dei mobili in Italia.
La produzione e la lavorazione della foglia di tabacco nasce intorno agli anni 1920, quando ci si accorse che le condizioni pedoclimatiche locali erano molto adatte alla coltivazione della specie di tabacco Virginia Bright, quella utilizzata nella sigaretta.
Alcuni proprietari terrieri introdussero le tecniche già usate in Toscana ed in Umbria ottenendo dei risultati, in termini di produzione quantitativa e qualitativa migliori di quelle di tali regioni.
Va sicuramente ricordata la figura del Generale Umberto Parodi, nel paese di Concamarise a lui è stata dedicata una strada. Una volta dismessa la carriera militare con il grado massimo di generale di corpo d’armata decise di iniziare una nuova avventura imprenditoriale, la coltivazione del tabacco.
Dopo aver fatto venire della Toscana personale specializzato convertì le campagne di proprietà della sua famiglia, prima date in affitto o a mezzadria, alla sopracitata coltivazione.
iniziò una nuova attività con un importante investimento finanziario rivoluzionando il mondo agricolo di allora portando benessere e ricchezza non solo alla sua famiglia ma anche all’intero territorio.
Precedentemente i proprietari terrieri non sapevano neanche dove era situata la loro campagna poiché o la davano in affitto o veniva tenuta a mezzadria, e loro dovevano unicamente, una volta all’anno, andare a riscuotere il corrispettivo dell’affitto.
Dopo l’arrivo del generale l’agricoltore si è trasformato in imprenditore agricolo, le tenute agricole sono diventate imprese agrarie con una forte ricaduta sul territorio sia in termini di ricchezza sia in termini occupazionali.
Oggi il territorio della bassa Veronese è uno dei siti più importanti al mondo per la coltivazione del tabacco del tipo Virginia Bright, la qualità del tabacco qui prodotto è una delle migliori.
Le importanti manifatture mondiali (Philips Morris, British American Tobacco, Jappan Tobacco, etc.) vengono nella bassa Veronese ad acquistare il tabacco qui prodotto.
Eventi
A Sanguinetto c’è una discreta attività culturale, tra cui:
Il premio internazionale musicale Zinetti che si tiene nel mese di settembre.
Il premio nazionale Castello di letteratura per bambini la cui cerimonia di premiazione vien celebrata nel mese di ottobre.
Sanguinetto si trova in una posizione centrale nella regione Veneto, a 33 km da Verona, a 30 km da Mantova, a 50 km da Padova.
È attraversato dalla strada statale n.10 Padana inferiore, che collega Parma a Padova ed ha una linea ferroviaria che collega Mantova a Padova.
A 5 km da Sanguinetto vi è la stazione ferroviaria di Nogara che è uno snodo ferroviario importante della linea del Brennero la quale, volendo, porta in poche ore direttamente nel cuore dell’Europa.
La natura
Non posso non parlare, infine, dei nostri panorami.
Piatti e sconfinati a sud, coronati dalla montagna a nord, con ad est i colli Euganei che nelle belle e terse giornate si ergono arditi, con la bella e ridente Verona ad ovest.
Nelle assolate estati quanto, magari dopo un violento temporale, l’aria è trasparente ed i colori riluccicano, si spazia in questi quattro scenari e non ci si stanca mai di passare dall’uno all’altro quasi ossessionati dal desiderio di coglierne ogni dettaglio.
D’inverno qualche volta la nebbia maschera l’orizzonte al che non rimane che accovacciarsi vicino ad un camino scoppiettante e con amici ed amiche mangiare castagne roventi e bere del buon vino rosso.
In primavera tutto esplode, la natura, che il giorno prima appariva spenta, improvvisamente s’inarca, stende le sue ali, e, come una libellula che esce dal bozzolo, si libra in vorticose ed inebrianti piroette.
In autunno, serenamente, tutto declina, dalle estreme giornate estive lentamente ma inesorabilmente si va verso quelle più tenui ed ombrose.