Davanti agli appartamenti c’è il nostro sogno (uno dei tanti, giusto): un parco di due ettari e mezzo nel quale abbiamo piantato, uno a uno, 1600 alberi.
Quando questa campagna era ancora tutta coltivata, qui c’erano distese di granturco e frumento, adesso abbiamo piantato farnie, olmi, frassini, noccioli e ciliegi selvatici.
È stata un’impresa epica perché volevamo poter beneficiare dei fondi regionali e quindi abbiamo dovuto scegliere alberi autoctoni, che si sarebbero sentiti a casa loro, qui.
E poi volevamo piantarli Enrico ed io perché siamo dei pazzi, o quasi.
Non ci piacciono i giardini “leccati”, dove gli alberi sono addomesticati, trattenuti e contenuti come piccoli soldatini ubbidienti.
A noi due piacciono gli alberi che esprimono personalità, che se devono spingerti possono farlo, che se preferiscono graffiarti sono liberi, che se devono importi un pò le loro fronde li ascolti.
E poi c’era da considerare il Tregnon, che è il canale irriguo a sud della proprietà.
Noi volevamo rispettare i vincoli di distanza, certo, ma in più volevamo che diventasse una cosa sola con gli alberi.
Così li abbiamo piantati rispettando le sue sinuosità, assecondando le sue anse, rispettando i suoi desideri.
Adesso, ogni giorno, coviamo questi alberelli che crescono come due mamme chiocce.
Abbiamo negli occhi come diventeranno quando saranno alti, forti e meravigliosi.
Enrico ed io siamo andati in giro a guardare, a chiedere e a calcolare: tra dieci anni questa terra fertile ci regalerà già un grande bosco rigoglioso e fino ad allora piante, piantine e fronde cresceranno e si irrobustiranno.
La storia del parco
Correva il lontano anno 2011 il progetto dell’agriturismo era ancora in fase di pianificazione, Enrico sognava non solo di recuperare i vecchi edifici ma anche di utilizzare il grande spazio intorno alle case di mattoni perché diventasse un’oasi verde tra le sconfinate distese di granturco e tabacco.
Dunque, alla fine di novembre di quell’anno, Enrico ed il fido geometra Marchiella chiesero udienza al sindaco di Sanguinetto per avere il permesso di piantumare alberi ad alto fusto.
Il sindaco li mise al corrente che c’erano dei finanziamenti per queste iniziative, era, però, necessario attivarsi subito, poiché i termini di presentazione dei progetti scadevano alla fine dell’anno.
Nel giro di qualche settimana con l’aiuto di Confagricoltura, fu presentato un progetto di imboschimento di fustaie a ciclo medio – lungo per due ettari e mezzo di terra.
Per farla breve il progetto fu approvato dalla Regione Veneto e finanziato.
Ora, a distanza di anni, si vedono i frutti di quell’opportunità presa al balzo.
Circa milleseicento, tra alberi e cespugli sono ormai cresciuti, si sparpagliano in un terreno di 25.000 m2.
Ci sono piante a ciclo medio – lungo: Farnia, Frassino, Ciliegio selvatico, Tiglio, Noce, le piante secondarie: Olmo, Acero, Carpino e le piante arbustive: Nocciolo, Ligustro, Sambuco.
Due parole vanno spese per la Farnia, per le enormi dimensioni che raggiunge essa è anche chiamata il gigante della bassa.
A me e a Enrico dà una grande soddisfazione il pensiero di aver piantato così tanti alberi che saranno ancora lì fra moltissimi anni, anche quando non ci saremo più.
Il parco – bosco è cinto da un lato da un canale di discrete dimensioni, mentre dall’altro è chiuso dalle case dell’agriturismo.
Le casette per gli uccelli
Camminando tra gli alberi, di tanto in tanto, ci si può imbattere in qualcosa di inaspettato che a prima vista ha del fiabesco. Si tratta delle casette per gli uccelli.
Fatte dal caro amico Massimo che si diletta a crearle con grande maestria nei ritagli di tempo.
Le casette per gli uccelli sono costruite in pregiato legno di larice della Val di Fiemme, sono veri e propri pezzi unici, c’è il castello di fiaba, il rifugio di montagna, la maschera del samurai e la casa nel bosco.
Nel tempo, il legno naturale ha assunto il tipico colore grigio uguale a quello che si trova in alta montagna.
E’ così che stiamo ripopolando l’ambiente con numerose specie di uccelli.
Anche per questa ragione qui trovano rifugio, soprattutto nei periodi in cui è permessa la caccia, una grande quantità di animali, dalle cinciallegre agli aironi e non è raro vedere guizzare via lepri e volpi.
A seconda della stagione si possono assaporare i frutti del bosco dalle ciliegie nel mese di giugno alle giuggiole ed ai fichi di settembre o alle noci autunnali, naturalmente tutto biologico e a disposizione degli ospiti.